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L'Ad Ievolella: "Decisione storica del Consiglio comunale, verso la realizzazione del nuovo Porto"


Il Porto Innocenziano è della Città di Anzio e la Città di Anzio ruota intorno al suo Porto: è fondamentale quindi che i cittadini abbiano contezza di tutte le informazioni e delle opere in programma per migliorare l’area portuale ed i servizi ai diportisti. Questo è il momento della verità e della chiarezza nei confronti della Città”.

E’ l’incipit dell’intervento dell’Amministratore delegato di Capo d’Anzio S.p.a., Ing. Gianluca Ievolella, ex Dirigente del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, esperto internazionale nel settore delle opere pubbliche e del demanio marittimo, durante il Consiglio comunale di Anzio che ha approvato la fideiussione di 1,5 milioni di euro sostenuta da un preciso e valido Piano industriale, a favore della società. L’obiettivo è quello di incrementare servizi e fatturato, garantendo la continuità aziendale.

Allo stato attuale la società non è in grado di fornire un minimo di servizi all’utenza – ha spiegato in Consiglio l’Ad, Ing. Ievolella -; nel progetto stilato per la richiesta di garanzia fideiussoria abbiamo previsto innanzitutto la realizzazione di nuovi pontili galleggianti ed in seconda battuta, la possibilità di fornire acqua ed elettricità, due servizi basilari che oggi i diportisti non pagano perché finora non ne è stata prevista la contabilizzazione. E’ evidente che con il primo intervento si potranno aumentare i posti barca a vantaggio del fatturato e con l’installazione delle colonnine acqua ed elettricità si potranno recuperare le spese”. Tra le opere da realizzare anche il nuovo campo boe, con 250 ormeggi in più rispetto ad oggi.

La sistemazione del campo boe – aggiunge l’Ing. Ievolella -, si poteva fare da tempo e non si capisce perché non sia mai stata attuata. Essendo l’area in questione esposta alle mareggiate da scirocco, abbiamo previsto di realizzare pontili galleggianti per garantire livelli di sicurezza elevati. E’ evidente che si tratta di una soluzione tampone, ma allo stato attuale necessaria per avanzare negli anni finché si potrà finalmente realizzare il nuovo porto. Sono cresciuto su queste banchine e sia come amante della città di Anzio sia come Amministratore delegato di Capo d’Anzio, mi sento di affermare che siamo giunti al momento della verità e della chiarezza nei confronti dei cittadini: finora c’è stato un errore di comunicazione, non siamo riusciti a rappresentare alla città cosa si intendeva attuare con il progetto del porto, che non è faraonico come detto da più parti. Anzi, si tratta di un progetto nato con un Piano Regolatore Portuale, che in sostanza è un piano di opere. Il porto di Anzio è classificato con destinazione multipla: peschereccia, crociere, merci ed anche turistica, è chiaro che il PRP ha dovuto per forza seguire tale classificazione. Peraltro il progetto sul quale tanto si dibatte, è stato esaminato dal Consiglio superiore dei Lavori Pubblici n tutti i dettagli e da un consesso di oltre 100 tecnici agli inizi degli anni 2000. Se i Romani avevano fatto il porto a sud un motivo c’era: da questa parte l’Innocenziano non ha fondale. L’opera di Papa Innocenzo, maturò, quindi, in seguito ad un errore di valutazione clamoroso. La carenza di fondale spiega la necessità di realizzare la seconda darsena, necessaria per raggiungere la profondità di meno otto che consentirà alle barche più grandi di entrare. Pur avendo trovato enormi difficoltà appena insediati, dal punto di vista bilancistico insieme al Presidente Monti, siamo riusciti a trovare soluzioni geniali e che funzionano; dal punto di vista prettamente tecnico la decisione assunta dal Consiglio comunale di Anzio è storica, perché ha una visione futuribile sul nuovo porto e all’indotto che girerà intorno alla Città. Abbiamo chiesto un atto di fiducia sul piano aziendale al quale seguirà il Piano Operativo triennale che finora non era mai stato fatto – conclude l’AD di Capo d’Anzio -. In questi mesi abbiamo ricevuto diverse manifestazioni di interesse da parte di centrali che fanno riferimento a grossi gruppi bancari nazionali ed internazionali, che chiesto attivare la procedura del partenariato pubblico-privato. Procedura non potrà essere attivata fintanto che la società non avrà i bilanci a posto e la continuità aziendale

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